CHE COS’È IL DISTURBO BIPOLARE?

Il disturbo bipolare (o depressione bipolare o bipolarismo) costituisce un problema serio e invalidante. Non è frequente, ma merita attenzione clinica. I soggetti che ne soffrono sono spesso inconsapevoli.

Mariah Carey e il disturbo bipolare: cos'è e quali sono i sintomi -  Corriere.it

Rientra tra i disturbi dellumore.

È abbastanza difficile da diagnosticare e tende a peggiorare se non trattato adeguatamente.

Si caratterizza per gravi alterazioni delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Il paziente passa da fasi maniacali o ipomaniacali, dove si sente in paradiso, a fasi depressive.

In genere le fasi depressive della depressione bipolare tendono a durare più a lungo di quelle maniacali o ipomaniacali. Di solito durano da qualche settimana a qualche mese, mentre le fasi maniacali o ipomaniacali durano una-due settimane.

La transizione tra le due fasi può o essere rapida e immediata, o passare per delle fasi miste, dove il paziente ha sia sintomi depressivi che maniacali.

DISTINZIONI del DISTURBO BIPOLARE

Terapia Cognitivo Comportamentale disturbo Bipolare

Il DSM 5 distingue il disturbo bipolare in:

  • Disturbo bipolare di tipo I

per questa diagnosi è necessario un episodio maniacale, non collegato allo spettro della schizofrenia.

  • Disturbo bipolare di tipo II

è necessario un episodio ipomaniacale e uno depressivo maggiore per la diagnosi

  • Disturbo bipolare ciclotimico

è necessario per almeno due anni avere numerosi periodi con sintomi ipomaniacali che non soddisfano i criteri per l’episodio maniacale e numerosi periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per l’episodio depressivo maggiore. Questi episodi non devono scomparire per più di due mesi consecutivi.

  • Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato
categoria diagnostica che raccoglie tutti quei soggetti con sintomi insufficienti per porre la diagnosi di uno dei disturbi sopra citati.

Le differenze sono principalmente le intensità delle fasi maniacali e, in alcuni casi, di quelle depressive.

DISTURBO BIPOLARE: COME SI PRESENTANO I SINTOMI

Disturbo bipolare - Wikipedia

Il cervello dei pazienti colpiti da tale disturbo mostrano oltre che squilibri mentali anche mutamenti fisici nel loro cervello (dati emersi da studi di brain imaging) oppure squilibri nei neurotrasmettitori, nel funzionamento della tiroide e nei ritmi circadiani.

I sintomi variano in base alla cronicità del disturbo e alla fase di avanzamento della maniacalità del disturbo.

FASI DEL BIPOLARISMO

MANIA

SINTOMI

La fase ipomaniacale e maniacale si caratterizza per la presenza di:

  • aumento dell’autostima o grandiosità
  • disinibizione eccessiva;
  • comportamenti socialmente inappropriati;
  • euforia accompagnata dalla sensazione di avere enormi potenzialità personali che può aggravarsi fino a divenire delirio di onnipotenza
  • non si riesce a portare a termine alcun progetto;
  • si ha una grande energia, tanto da non sentire il bisogno di mangiare né dormire;
  • il comportamento diventa disorganizzato e inconcludente, con azioni senza alcuna direzione apparente (per es. non si fa in tempo ad iniziare un’attività, che la si lascia a metà per passare ad altro o si fanno più cose contemporaneamente senza completarne alcuna);
  • i pensieri vanno così veloci che è difficile star loro dietro, così come le parole;
  • i sensi sembrano affinarsi e la percezione diventa più vivida;
  • il desiderio sessuale può aumentare, diventando quasi impellente, con comportamenti impulsivi.
  • facile distraibilità (il paziente può porre attenzione a particolari insignificanti ignorando elementi importanti
  • aumento delle attività finalizzate
  • agitazione mentale o fisica
  • aumentato coinvolgimento in attività che possono avere conseguenze pericolose (p.e. spendere molto denaro o intraprendere attività sessuali inusuali per la persona)
CARATTERISTICHE

Le persone vicine a chi soffre di maniacalità stentano a riconoscere il soggetto: prima timido e riservato, ora non smette un attimo di parlare ed è sorprendentemente disinibito.

In altri casi, invece, la fase maniacale è caratterizzata prevalentemente da umore disforico, con una sensazione di ingiustizia subita e quindi con la presenza di grande irritabilità, rabbiosità e intolleranza. In questa fase possono comparire sensazioni di essere perseguitati e/o controllati che può diventare vera e propria convinzione delirante. Spesso queste sensazioni sono accompagnate da un comportamento aggressivo, con scarsa capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni.

A volte l’esperienza soggettiva delle fasi di eccitamento è piacevole e ricercata altre volte è sgradevole. Le fasi di eccitamento possono essere più o meno severe (ipomaniacali o maniacali).

IPOMANIA

Secondo il DSM-IV-TR, l’Episodio Ipomaniacale è definito come:

  1. Un periodo definito di umore persistentemente elevato, espansivo o irritabile, che dura ininterrottamente per almeno 4 giorni, e che è chiaramente diverso dall’umore non depresso abituale.
  2. Durante il periodo di alterazione dell’umore tre (o più) dei seguenti sintomi sono stati persistenti e presenti ad un livello significativo (4 se l’umore è solo irritabile):
    • autostima ipertrofica o grandiosa
    • diminuito bisogno di sonno (per es., sentirsi riposato dopo solo 3 ore di sonno)
    • maggiore loquacità del solito, oppure continua spinta a parlare
    • fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente
    • distraibilità (cioè l’attenzione è facilmente deviata da stimoli esterni non importanti o non pertinenti)
    • aumento dell’attività finalizzata (sociale, lavorativa, scolastica o sessuale), oppure agitazione psicomotoria
    • eccessivo coinvolgimento in attività ludiche che hanno un alto potenziale di conseguenze dannose (per es., eccessi nel comprare, comportamento sessuale sconveniente, investimenti in affari avventati)
  3. L’episodio si associa ad un chiaro cambiamento nel modo di agire, che non è caratteristico della persona quando è asintomatica.
  4. L’alterazione dell’umore e il cambiamento nel modo di agire sono osservabili dagli altri.
  5. L’episodio non è abbastanza grave da provocare una marcata compromissione in ambito lavorativo o sociale, o da richiedere l’ospedalizzazione, e non sono presenti manifestazioni psicotiche.
  6. I sintomi non sono dovuti all’azione fisiologica diretta di una sostanza (per es., abuso di una droga, un farmaco o un altro trattamento), o ad una condizione medica generale (per es., ipotiroidismo).

DEPRESSIONE

La fase depressiva che spesso segue quella maniacale e ipomaniacale, rappresentandone l’opposto, si caratterizza per:

  • Costante depressione del tono dell’umore o disperazione
  • Grave riduzione di interessi o di piacere in tutte o nella maggior parte delle attività. Si perde il significato della vita, che appare profondamente dolorosa.
  • Perdita o incremento del peso corporeo o dell’appetito
  • Aumento o riduzione del sonno
  • Agitazione o rallentamento
  • Affaticamento o perdita di energia
  • Sentimenti di inadeguatezza, di colpa e/o perdita dell’autostima
  • Incapacità di concentrarsi e di prendere decisioni
  • Pensieri di morte o suicidio

Le fasi depressive possono risultare talmente gravi da portare al suicidio o ad atti autolesionistici, durano di più di quelle maniacali, che possono durare anche solo pochi giorni e spesso sono anche più frequenti nell’arco della vita.

A volte da una fase si passa immediatamente all’altra, altre volte intercorre un periodo di umore normale o misto spesso pieno di ansia. Di solito una fase insorge gradualmente, ma a volte l’insorgenza è più improvvisa.

FASE MISTA

Questa fase rappresenta spesso un passaggio tra la fase depressiva e quella di eccitamento. Si caratterizza dalla presenza contemporanea di sintomi depressivi e ipomaniacali. Frequentemente la persona in questa fase soffre di una pervasiva ansia e irritabilità.

I criteri diagnostici DSM-IV-TR per l’Episodio Misto:

  1. Risultano soddisfatti i criteri sia per l’Episodio Maniacale che per l’Episodio Depressivo Maggiore (eccetto per la durata), quasi ogni giorno, per almeno 1 settimana.
  2. L’alterazione dell’umore è tale da causare una marcata compromissione del funzionamento lavorativo o delle attività sociali abituali o delle relazioni interpersonali, o da richiedere l’ospedalizzazione per prevenire danni a sé o agli altri, oppure sono presenti manifestazioni psicotiche.
  3. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., un abuso di droga, un farmaco o un altro trattamento), o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo).

FASE DISFORICA

In molti casi la fase maniacale o ipomaniacale del disturbo bipolare non si caratterizza per un eccesso di euforia e di grandiosità. Si evidenzia invece un umore disforico, caratterizzato primariamente da un senso costante di rabbiosità e ingiustizia subita. Questo si traduce in irritabilità e intolleranza e, spesso, in aggressività espressa, sempre senza valutare correttamente le conseguenze dei propri comportamenti.

CAUSE

Molto spesso, i soggetti che soffrono di bipolarismo hanno avuto episodi simili in famiglia. I geni, però, non rappresentano l’unica causa.  In particolare, sono emersi livelli molto alti di cortisolo, quello che viene chiamato ormone dello stress. Nella vita di ciascun soggetto, predisposto o non, possono presentarsi delle situazioni a rischio che potrebbero favorire l’insorgenza del disturbo. Tra queste spiccano:

  • stress
  • abuso di sostanze
  • assunzione di farmaci (es. antidepressivi)
  • cambiamenti stagionali
  • mancanza di sonno

CURA

FARMACOTERAPIA

La cura del disturbo bipolare è centrata principalmente sulla farmacoterapia, a base di farmaci stabilizzanti dell’umore e antidepressivi (triciclici o SSRI), sotto attenta e continuativa supervisione medico-specialistica.

Tra gli stabilizzanti il litio è spesso usato nel trattamento della mania in fase acuta, ma la sua indicazione principale riguarda l’azione di prevenzione delle crisi sia maniacali che depressive. L’acido valproico e la carbamazepina sono ugualmente usati nella cura del disturbo bipolare in fase di mania acuta così come nella prevenzione delle ricadute.

Antipsicotici o neurolettici, sono usati nel trattamento della mania nella fase acuta e meno nella fase di mantenimento. Altri farmaci come le benzodiazepine sono anche usati nel trattamento acuto della mania.

Gli antidepressivi sono utilizzati nelle fasi depressive per la cura della depressione bipolare: è importante ricordare sempre che generalmente gli antidepressivi richiedono dalle 2 alle 6 settimane per risultare efficaci. In alcuni casi gli antidepressivi possono indurre un viraggio dalle fase depressiva alla fase maniacale e questa evenienza richiede naturalmente una attenzione particolare.

Sfortunatamente per alcuni pazienti può essere necessario del tempo prima di trovare la terapia efficace.

PSICOTERAPIA

Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che, per avere una maggiore stabilità dell’umore, è necessario associare ad un trattamento farmacologico (che rimane fondamentale), una psicoterapia, meglio se di orientamento cognitivo-comportamentale. Quest’ultima è poi indispensabile nella cura del bipolarismo qualora questo sia secondario a un disturbo di personalità.

I protocolli psicoterapeutici per il disturbo bipolare prevedono solitamente diversi punti di intervento e di azione:

  • aiutare la persona a seguire la terapia farmacologica; è infatti dimostrato che, se non sono seguite, le persone tendono a “dimenticare” di assumere la terapia. Occorre mantenere ed aumentare la motivazione della persona ad assumere la terapia;
  • aiutare la persona a riconoscere rapidamente i sintomi iniziali delle due fasi, in modo che sappia come comportarsi e come impedire il precipitare della situazione;
  • imparare a discutere e modificare i propri stili di pensiero irrazionali e disfunzionali;
  • imparare strategie più efficaci per affrontare le difficoltà quotidiane, come gestire la propria rabbia, o migliorare le proprie abilità comunicative;
  • lavorare specificatamente sulla fase depressiva, secondo le modalità tipiche della terapia cognitivo comportamentale.
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